Bulimia: fame, fame, fame…

Bulimia: fame, fame, fame…

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Bulimia: quando il vuoto emotivo è colmato con il cibo

Bulimia, meglio qualificata come bulimia nervosa, è un grave disturbo della nutrizione e del comportamento alimentare. È contraddistinta da un irrefrenabile bisogno di mangiare, che porta il soggetto a ricorrenti episodi di abbuffate seguiti, anche se non sempre, da comportamenti compensatori come il vomito autoindotto, l’abuso di lassativi o un’esagerata attività sportiva. La persona bulimica non riesce a contenere l’impulso di “nutrirsi”, il quale arriva non in base allo stimolo data dalla fame biologica ma piuttosto in virtù di una condotta di dipendenza verso il cibo e dall’adrenalina che l’abbuffata stessa provoca nel soggetto.

Quali sono i principali sintomi della bulimia?

I sintomi del disturbo consistono in frequenti “accessi” di fame che costringono la persona ad ingurgitare frettolosamente enormi quantità di cibo (abitualmente dolci o comunque alimenti molto calorici). Generalmente questa condotta vorace è attuata di nascosto dagli altri e in tempi molto rapidi; proprio per questo “sotterfugio” è difficile, per chi è vicino alla persona bulimica, accorgersi della sofferenza patita. Il soggetto, inoltre, cerca di mascherare il proprio disagio poiché si sente tormentato da imbarazzo e sensi di colpa e tenta di controllare, attraverso condotte di compensazione, sia questi sentimenti sia l’aumento di peso che potrebbe conseguirne. Gli episodi sono associati alla sensazione di totale perdita di controllo del proprio agito e all’impotenza di potersi fermare, seguiti da ansia e frustrazione.

Possiamo individuare un vero e proprio “circolo vizioso” strutturato in fasi ben precise:

  • Preoccupazione eccessiva per il peso e per le forme corporee
  • Dieta ferrea (ipercontrollo, rigidità, divieto)
  • Abbuffate (perdita di controllo)
  • Vomito autoindotto e/o altre condotte compensatorie (tentativo di riequilibrare)

Nella fase iniziale può essere difficile riconoscere e diagnosticare la bulimia, poiché, a differenza dell’anoressia nervosa che si palesa fisicamente in modo più evidente, spesso nel soggetto bulimico il peso si presenta nella norma, alcuni soggetti sono in leggero sovrappeso mentre altri in lieve sottopeso. Per questo è opportuno prestare attenzione ad alcuni segnali, tra i quali:

  • Eccessiva preoccupazione per il peso corporeo
  • Uso frequente di lassativi e diuretici
  • Sentimenti di colpa a seguito di un pasto abbondante
  • Cospicuo aumento del livello di attività sportiva

Quali sono le ripercussioni fisiche e psicologiche della bulimia?

Accorgersi dell’esistenza del disturbo è importante soprattutto per arginare le conseguenze psicofisiche che la bulimia comporta. Ad esempio, le condotte compensatorie di vomito autoindotto possono rovinare i denti in modo irreparabile a causa dell’erosione dello smalto da parte dei succhi gastrici. La bulimia, inoltre, può causare caduta di capelli, problemi cutanei, alterazioni a livello dell’apparato gastrointestinale e, perfino, patologie cardiache come aritmie e cardiomiopatie. Dal punto di vista psicologico provoca sentimenti di vergogna, imbarazzo, sensi di colpa, ansia e depressione fino ad arrivare a vere e proprie condotte d’isolamento sociale.

Quale trattamento è indicato per la bulimia?

Chi soffre di bulimia nervosa tende, fortunatamente, ad avere coscienza del disturbo di cui soffre, tale aspetto, nei casi più fortunati, permette alla persona di chiedere aiuto spontaneamente, anche se non in tempi brevi. Questa consapevolezza aiuta molto l’alleanza terapeutica tra paziente e professionisti e propende per una buona riuscita del percorso di cura. La terapia verte su più fronti, eventualmente in associazione tra loro nei casi più seri: una rieducazione alimentare (con il sostegno di un medico nutrizionista), un intervento farmacologico (per contenere forti stati ansiosi o depressivi) e un percorso psicologico (mediante psicoterapia individuale, di gruppo o familiare). Uno dei primi obiettivi del trattamento psicologico della bulimia è la riorganizzazione dei tempi e dei modi di assunzione del cibo, per permettere al paziente di ritrovare il controllo delle proprie emozioni e dei derivanti comportamenti. Altro aspetto fondamentale sul quale lavora la psicoterapia in caso di bulimia è modificare la convinzione disfunzionale del paziente che lo porta a valutare peso e forme corporee come principale, o addirittura unico, fattore di autostima. La bulimia è un disturbo complesso, spesso sottovalutato o non identificato in breve tempo, per il quale è consigliabile un trattamento multi-dimensionale che permetta di condurre il soggetto a riacquistare un sano rapporto con il proprio corpo e una migliore qualità di vita.

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