Anoressia: quando il corpo è annullato

Anoressia: quando il corpo è annullato

anoressia

Anoressia: le risposte alle domande più comuni.

Anoressia, disturbo del comportamento alimentare che letteralmente indica mancanza di appetito; nella maggioranza dei casi il senso di fame è conservato, tuttavia non è volontariamente appagato a causa del terrore di ingrassare. I soggetti anoressici si costringono a digiuni ferrei e ascetici, dove il cibo non è considerato fonte di sostentamento ma sostanza da evitare e controllare. Il disturbo da anoressia nervosa colpisce con più frequenza il sesso femminile ma, ultimamente, sono in aumento anche i casi di anoressia anche tra gli uomini.

Quali sono le caratteristiche principali dell’anoressia?

Tratti specifici di questa patologia sono il rifiuto del cibo, la paura di aumentare di peso e la distorsione nella percezione del proprio aspetto fisico. L’estrema denutrizione provocata dai severi digiuni ai quali si sottopone il soggetto anoressico comporta la presenza di diverse complicazioni sul piano fisico come: amenorrea, dolori addominali, letargia o eccesso di energia, stipsi, secchezza della cute, intolleranza al freddo. I soggetti anoressici arrivano a pesare notevolmente al di sotto rispetto al loro peso forma ideale e, nonostante ciò, a vedersi comunque sempre troppo grassi. Il comportamento attuato è, quindi, quello di continuare a digiunare in una coazione a ripetere alimentata da senso di onnipotenza, forte autocontrollo e ricerca di perfezione. Questo accade perché l’anoressia è accompagnata sia da un ossessivo ideale di magrezza sia da distorsioni cognitive e dismorfofobia che riguardano la percezione del proprio corpo: la persona anoressica non è in grado di percepire la realtà che le rimanda lo specchio!

Chi soffre di anoressia, inoltre, pensa continuamente al cibo e limita le quantità di alimenti assunti; tale condotta non è, però, un semplice problema con il cibo, bensì di un modo che utilizza il soggetto per ottenere maggiore controllo sulla propria esistenza o alleviare rabbia, ansia e tensioni nervose. Il livello di autostima è fortemente influenzato dalla forma fisica e dal peso corporeo: la sua perdita è considerata come una conquista e segno di forza, mentre un suo incremento è vissuto come un’inaccettabile perdita delle capacità di controllo.

Quali condotte compensatorie attua il soggetto anoressico per non ingrassare?

Tra i metodi per perdere peso la persona può rifiutarsi di mangiare, fare il conto delle calorie al momento dei pasti, procurarsi il vomito, assumere farmaci dimagranti o diuretici, fare esercizio fisico in maniera eccessiva. Questi comportamenti sono associati, contemporaneamente, ad altri segnali dai quali emerge il profondo disagio che la persona sta vivendo, quali: la necessità di pesarsi più volte durante la giornata, indossare esclusivamente vestiti molto larghi, avere sbalzi d’umore, isolamento sociale.

Qual è la cura per chi soffre di anoressia?

I soggetti che soffrono di anoressia negano le gravi conseguenze sul loro stato di salute, è quindi essenziale accorgersi al più presto del problema per invogliare la persona in sofferenza ad iniziare quanto prima un trattamento specifico. Quest’ultimo, per maggior efficacia, dovrebbe basarsi sulla collaborazione di più figure esperte come psicologi, psicoterapeuti, medici e nutrizionisti. Dal punto di vista medico-nutrizionale è, infatti, di fondamentale importanza ristabilire l’equilibrio biochimico del paziente, fermare la perdita di peso (se possibile aumentarlo) cosicché il soggetto possa ritrovare l’energia e la vitalità perdute ed evitare aggravamenti del proprio stato di salute. Importante è anche un percorso di psicoterapia che inizialmente offra sostegno e contenimento a chi è colpito da anoressia e successivamente punti a modificare e ristrutturare l’idea che il peso e le forme corporee sono l’unico o il principale fattore su cui misurare il proprio valore personale. Il percorso per la cura dell’anoressia si pone anche l’obiettivo di migliorare l’immagine corporea che il soggetto ha di se stesso, correggere la valutazione di sé e dei rapporti interpersonali (soprattutto all’interno quelli familiari) e, ovviamente, rendere il cambiamento stabile, prevenendo le ricadute. La terapia può, inoltre, comprendere gruppi di aiuto, sia per i pazienti sia per le loro famiglie in cui incontrarsi e condividere emozioni ed esperienze. L’importanza di un approccio multidisciplinare, nei casi anoressia, è quindi auspicato, poiché in grado di non sottovalutare nessuna delle implicazioni del disturbo e, allo stesso tempo, di trasmettere ai pazienti la consapevolezza che con un sostegno qualificato guarire è possibile.

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