Psicoterapia di coppia: l’amore in corto circuito

Psicoterapia di coppia: l’amore in corto circuito

psicoterapia di coppia

Psicoterapia di coppia: cos’è e perché è utile

La psicoterapia di coppia è uno spazio dedicato, utile e pratico, gestito da un terapeuta specializzato, all’interno del quale i due partner cercano di uscire dalla crisi per ritrovare una forma più soddisfacente di relazione. La maggior parte delle coppie chiede un aiuto per continuare a stare insieme e, soprattutto, per farlo con soddisfazione e rispetto reciproco.

Quali possono essere i motivi che conducono la coppia in terapia?

Le cause che possono portare una coppia a ricercare l’intervento di un terapeuta e a intraprendere un percorso di psicoterapia di coppia sono diverse; generalmente si tratta di problemi che riguardano:

  • Difficoltà di comunicazione: i due partner non riescono più a capirsi e hanno difficoltà comunicative che spesso causano scontro diretto e litigi senza alcuna risoluzione del problema. Il continuo e inefficace confronto porta solo a esacerbare le differenze tra i due e creare una fase di stallo e di acredine.
  • Problemi sessuali: una delle aree che risente maggiormente del malcontento all’interno della coppia è la sessualità. Si può manifestare con calo del desiderio, blocchi sessuali o difficoltà in uno dei due partner a vivere un’intimità libera e appagante (problemi di eiaculazione precoce, vaginismo, etc.).
  • Tradimenti: scoprire il tradimento del proprio compagno o, viceversa, avere relazioni extraconiugali che fanno spiccare differenze con il partner ufficiale, possono far nascere la necessità di un intervento di psicoterapia di coppia.
  • Divergenze di approccio genitoriale: i due partner possono non essere d’accordo sulla “gestione” dei figli (dalla scelta dello sport alle regole quotidiane fino al credo religioso). In alcuni casi si rinfacciano vicendevolmente di farlo con minor o maggior coinvolgimento nel menage quotidiano e/o tendono a scaricarsi reciprocamente le responsabilità.
  • Mancanza di condivisione e complicità: superata la fase simbiotica dell’innamoramento la coppia non è più capace di condividere passioni e momenti di svago; si allontana rintanandosi in esclusivi ed isolati spazi personali che creano ancor di più distanza tra le due parti.
  • Crisi personale di uno dei partner: quando uno dei due partner attraversa un momento delicato (es. malattia, disturbi psicologici come ansia o attacchi di panico, depressione, stress, stato di disoccupazione) anche l’altro subirà gli effetti di tale crisi, soprattutto se non in grado di aiutare o rapportarsi in maniera funzionale alla persona in difficoltà. Bisogna, pertanto, sostenere entrambi a ritrovare un nuovo modo di rapportarsi con la situazione che si è creata.
  • Problemi legati a una fase particolare della vita di coppia: le tappe di una coppia sono molteplici e possono essere causa di crisi poiché minano l’equilibrio iniziale. La nascita di figli, la loro crescita e il loro distacco (sindrome del nido vuoto) portano a cambiamenti che devono essere affrontati con metodo e lucidità e non sempre la coppia è in grado di farlo con risorse adeguate. Anche il pensionamento di uno dei due partner o di entrambi porta a cambiamenti verso i quali adattarsi secondo regole e tempi diversi dai precedenti. La rinegoziazione in tutti questi casi è necessaria e potrebbe richiede l’intervento di un terapeuta.

Può accadere che, tuttavia, l’obiettivo della psicoterapia di coppia non sempre sia quello di restare uniti; in alcuni casi la coppia vuole intraprendere un percorso di separazione ma non sa come farlo senza subirne il forte stress, le grandi difficoltà implicite oppure senza arrecare danno al proprio compagno, ai figli e ai parenti più stretti. In alcuni casi la decisione di separarsi può non essere presente all’inizio della terapia e prendere vita durante le sedute, come consapevolezza sana e condivisa oppure come decisione più forte e sentita solo in una delle due parti. Anche la motivazione può essere diversa, poiché non sempre entrambi i membri della coppia hanno la stessa volontà o lo stesso coinvolgimento nel chiedere aiuto o partecipare al percorso di terapia. La psicoterapia di coppia ha, però, più probabilità di riuscita laddove entrambi i membri sono molto motivati al cambiamento.

Che cosa fare, quindi, se uno dei due è restio alla psicoterapia di coppia? Senza obbligare o forzare, onde evitare un’opposizione totale, si può invogliare la parte titubante a partecipare almeno al primo colloquio. All’interno di quest’incontro la professionalità del terapeuta gli farà capire, o comunque proverà a farlo, a quali benefici può andare in contro la coppia e, soprattutto, a farne immaginare con lungimiranza i risultati positivi.

Quali sono gli obiettivi di una psicoterapia di coppia? Ogni psicoterapia ha un obiettivo che è proprio della storia della coppia e che deve essere stabilito, in collaborazione col terapeuta. Gli obiettivi sono diretti, in generale, alla serenità di ciascun partner e ciò può essere raggiunto confrontandosi su ciò che fa stare bene o no, sul capire meglio se stessi e l’altro e sull’empatia.

Com’è strutturata una psicoterapia di coppia? Ci sono diverse tipologie di psicoterapia di coppia, personalmente scelgo un percorso all’interno del quale vi sia anche uno spazio dedicato al singolo inserendo, quindi, incontri nei quali ascoltare e accogliere separatamente i due partner. In questo modo ognuno disporrà sia di uno spazio personale (nel quale approfondire temi individuali) che di uno spazio per confrontarsi con il partner (nel quale, per esempio, gestire il conflitto o indagare l’intimità perduta). Il terapeuta, ovviamente, parlerà di aspetti inerenti alla terapia personale all’interno degli incontri singoli e ne userà le informazioni emerse, se ritenute utili al benessere della coppia, esclusivamente previo benestare della parte interessata.

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