Gaslighting: il pericoloso tarlo del dubbio

Gaslighting: il pericoloso tarlo del dubbio

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Gaslighting: quando la violenza è manipolazione mentale

Gaslighting, o manipolazione mentale, è una forma di maltrattamento molto subdolo che s’inserisce all’interno di quella che potremmo definire violenza psicologica e, quindi, non attuata mediante atti fisici. Il termine gaslighting, entrato nel linguaggio comune a partire dagli anni ’60, probabilmente deriva dal titolo del film “Gaslight” del 1944 (in Italia conosciuto con il titolo di Angoscia), in cui un uomo tenta di convincere sua moglie di “esser pazza”, alterando continuamente la luce delle lampade a gas presenti nella casa e nascondendole oggetti e gioielli. Come ben descritto nella pellicola, il gaslighting è una particolare tipologia di abuso che consiste nel mettere in atto dei comportamenti manipolatori a danno di un individuo allo scopo di farlo dubitare di se stesso e dei propri giudizi. Questa forma di violenza, tutt’altro che rara, s’instaura soprattutto in caso di relazioni molto intime come quelle tra partner oppure tra genitori e figli. All’interno di queste relazioni si trovano i due protagonisti, funzionali l’uno all’altro:

  • Il manipolatore che proietta i suoi conflitti psichici sulla vittima per avere una maggiore sensazione di controllo
  • La vittima che subisce questi atteggiamenti perchè profondamente coinvolta a livello emotivo, con autostima bassa e scarsa fiducia nelle proprie capacità.

Il gaslighting è un sopruso assai difficile da rilevare poiché non si attua attraverso l’aggressività fisica o verbale, bensì per mezzo di una gestione selettiva delle informazioni da parte del gaslighter (chi agisce la violenza psicologica) che mira a far dubitare la vittima della propria percezione di realtà, della propria memoria e in casi più estremi della propria salute mentale. Possiamo parlare di un vero e proprio “lavaggio del cervello” che genera confusione e fa vacillare il senso di fiducia che l’individuo ha di sé.

Tutto questo segue in linea di massima delle fasi ben precise:

1° fase, Distorsione della comunicazione: il manipolatore utilizza la relazione per indurre il dubbio nella vittima, che appare confusa

2° fase, Incredulità: in un primo momento, la vittima non crede a ciò che le succede intorno e neanche al manipolatore

3° fase, Difesa: la vittima si difende mostrando rabbia verso chi tenta di manipolarla, rivendica la sua oggettiva capacità di analisi, di percezione e di giudizio.

4° fase, Depressione: la vittima si convince della ragione del manipolatore. Sperimenta sensazioni di rassegnazione e s’innesca un meccanismo di dipendenza.

Non è semplice rendersi conto del fenomeno ed è ancora più complicato che lo faccia la vittima stessa, con l’assenza di richiesta di aiuto esterno. Accade questo perché ci troviamo di fronte ad una grave forma di perversione relazionale che immerge le vittime in un totale stato di confusione, portandole a una condizione di assuefazione che fa sorgere un paradosso: la vittima invece di liberarsi del suo carnefice, lo idealizza e fa propria la sua percezione di realtà. È comprensibile, quindi, la difficoltà della situazione in cui si trova la vittima di gaslighting e quanto sia importante sostenere la persona manipolata con preparazione e delicatezza all’interno di un percorso di psicoterapia. Trattandosi di una vera e propria forma di violenza, è fondamentale che il soggetto sia seguito da un esperto che lo guidi nella riappropriazione dei propri pensieri e della propria esistenza. Lo psicoterapeuta aiuterà, inoltre, la vittima a superare il trauma derivante dal “risveglio” sull’avvenuta manipolazione e la profonda delusione che a mettere in atto tutto ciò sia stato qualcuno affettivamente importante. Il gaslighting è, inoltre, valutabile come una vera e propria offesa alla persona e alla sua integrità psico-fisica (danno biologico di natura psichica), in termini di maltrattamento psicologico e di abuso emotivo eventualmente patiti. Nel campo della psicologia forense, uno psicologo giuridico debitamente preparato, valuterà la presenza di gaslighting e ne quantificherà, ai fini di un risarcimento, il livello d’intrusione nella vita della persona.

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