Burnout: professionisti “consumati”
Burnout: definizione, manifestazione e trattamento
La sindrome da burnout è un insieme di sintomi che esprimono uno stato di cronico malessere psicofisico sperimentato sul lavoro e che ledono la qualità delle performance lavorative di una persona, del suo stato di salute mentale e fisico, delle sue relazioni interpersonali e della soddisfazione lavorativa. Più precisamente, il burnout è l’esito di un percorso in cui una serie di fattori stressanti sul lavoro ha interagito dinamicamente e influito negativamente sulle prestazioni lavorative di una persona, esaurendola e mandandola in ‘corto circuito’.
Difficoltà di adattamento tra l’individuo e le richieste da parte dell’organizzazione lavorativa, elevate aspettative lavorative, un carico di lavoro (fisico ed emotivo) eccessivo, conflitti con i colleghi, pressione da parte dei superiori e conflitti con i colleghi possono stressare il lavoratore in forma graduale e cronica, fino a sfociare nella sindrome da burnout.
Chi sono le persone colpite dalla sindrome da burnout?
Lo stress esperito cronicamente sul luogo di lavoro può colpire indifferentemente persone di tutte le professioni, ma quelle maggiormente esposte alla sindrome di burnout appartengono alla categoria delle professioni d’aiuto, in cui il contatto con le difficoltà, il dolore e la sofferenza altrui è diretto e profondo.
A soffrirne particolarmente, quindi, tendono a essere:
- Psicologi
- Medici
- Assistenti sociali
- Infermieri
- Operatori sanitari
- Volontari
- Vigili del fuoco
Come si manifesta la sindrome da burnout?
La sindrome da burnout è caratterizzata da un’escalation di sintomi che si susseguono gradualmente, mandando pian piano la persona in “tilt”.
Tra i sintomi è possibile riscontrare:
- Eccessiva idealizzazione del lavoro scelto
- Forte e utopica credenza di poter migliorare le condizioni di salute psicofisica dei propri utenti
- Elevate aspettative di successo lavorativo
- Eccessivo investimento sulla sfera lavorativa a svantaggio delle altre sfere di vita
- Difficoltà di gestire le sempre maggiori richieste lavorative
- Esaurimento emotivo legato allo squilibrio tra le pressioni lavorative e le capacità di gestirle in modo continuativo e costante
- Difficoltà relazionali con i colleghi
- Senso d’impotenza
- Senso d’inutilità
- Frustrazione
- Insoddisfazione lavorativa
- Apatia
- Nervosismo cronico e aggressività
- Abbassamento autostima
- Irritabilità
- Depressione, ansia
- Depersonalizzazione
- Declino della qualità delle prestazioni lavorative
- Sfiducia nelle proprie abilità e competenze
- Ridotta soddisfazione lavorativa.
Quale il trattamento utile in caso di burnout?
Attraverso interventi sul posto di lavoro e mediante un percorso di terapia personale è possibile prevenire o far fronte ai sintomi del burnout, garantendo il ripristino di un buon funzionamento mentale dei lavoratori, un rapporto chiaro con le proprie emozioni e un equilibrio tra le richieste dell’ambiente lavorativo e le proprie forze e capacità di gestirle. Pertanto, tutte le forme di prevenzione e di trattamento del burnout dovrebbero essere volte a:
- Insegnare agli operatori a riconoscere e gestire le emozioni
- Insegnare a gestire l’empatia nei confronti della sofferenza dei propri utenti e i conflitti interpersonali attraverso nuove strategie
- Individuare e rafforzare le risorse per ridurre il senso d’impotenza, di frustrazione e di inutilità percepite sul lavoro
- Evitare di immedesimarsi troppo nel dolore dei propri utenti
- Individuare e potenziare i propri punti di forza
- Tenere sempre a mente i successi ottenuti in passato e non lasciarsi abbattere dagli insuccessi
- Porsi obiettivi lavorativi realistici
- Non trascurare l’attività fisica
- Coltivare hobbies e frequentare persone che non siano solo colleghi di lavoro
- Ripristinare la motivazione lavorativa.