Stalking e conseguenze psicologiche sulla vittima

Stalking e conseguenze psicologiche sulla vittima

stalking

Stalking: l’importanza della psicoterapia

Con il termine stalking, letteralmente “fare la posta”, si definisce una serie di atteggiamenti molesti e insistenti che un individuo mette in atto a danno di una vittima prescelta.

Si possono individuare due tipologie di comportamenti prevalentemente utilizzati dallo stalker:

  • Comportamenti intrusivi, sono forme di comunicazione attraverso le quali il molestatore riferisce alla vittima i suoi pensieri e desideri in maniera continua e ambivalente; spesso si tratta di sentimenti ed emozioni contrastanti che si alternano: amore, affetto, odio, rancore comunicati attraverso assidue telefonate, lettere, sms, e-mail, regali.
  • Comportamenti controllanti, sono strategie utilizzate per tenere sotto controllo la vittima, costantemente pedinata e inseguita. Lo stalker si reca, infatti, nei posti frequentati da quest’ultima, come il luogo di lavoro ricorrendo spesso a minacce e in casi più gravi, ad aggressioni fisiche.

I comportamenti del molestatore possono essere vari, ma quello che contraddistingue il reato di atti persecutori, è la continua ricerca da parte dello stalker di contatto con la vittima, a causa di un investimento ideo-affettivo, fondato su una situazione relazionale reale oppure immaginata, che provoca nella persona stalkizzata un pesante stato di allerta e di stress psicologico.

Quali sono le conseguenze psicologiche sulla vittima di stalking?

Le conseguenze che derivano dall’essere vittima di stalking, sono molteplici e mutano secondo numerosi fattori: il lasso di tempo in cui perdurano le condotte assillanti, l’entità di queste ultime, fattori familiari e ambientali di protezione, la personalità della vittima e le sue risorse. In ogni caso, le persone interessate dal fenomeno, sono sottoposte a elevati livelli di stress, sono costrette a vivere in un perenne stato di paura e ansia e a stravolgere le loro abitudini di vita. Tutto ciò genera uno stato d’ipervigilanza e la nascita di sensazioni spiacevoli come il sentire di aver perso il controllo di sé e della propria esistenza e un senso di abbandono. Generalmente si assiste a una riduzione della vita sociale e a una negligenza riguardante il proprio benessere psicofisico, associate ad un crescente senso di colpa, generato dalle ripercussioni che la condotta di stalking provoca anche sui familiari della vittima, abitualmente coinvolti nella vicenda. Nello specifico, tra le problematiche psicologiche correlate possiamo trovare:

  • Distubi d’ansia
  • Ipervigilanza
  • Sindrome post-traumatica da stress
  • Evitamento sociale
  • Depressione
  • Insonnia

Il supporto della psicoterapia

È consigliabile che la vittima di stalking, intraprenda un percorso che miri ad affrontare i diversi aspetti coinvolti dal fenomeno: da quello legale a quello psicologico. Per quanto concerne quest’ultimo, sono auspicabili trattamenti di sostegno psicologico e una psicoterapia, che possa creare un tempo e uno spazio in cui la vittima si senta ascoltata e supportata. Costruire un luogo di sostegno attraverso il legame terapeutico è di fondamentale importanza per ridare fiducia alla vittima di stalking e farle capire che una soluzione c’è! Molti “stalkizzati” spesso vivono nel silenzio e nell’omertà poiché in uno stato tale di vergogna che non permette loro di parlare e aprirsi, neanche con le persone più care. Tale segretezza non fa che aumentare l’isolamento della vittima e, viceversa, rendere più potente lo stalker. Pertanto, attraverso un’accresciuta consapevolezza della situazione e, soprattutto, mediante la messa in pratica di strategie efficaci per la sua gestione, la terapia sarà utile nel rinforzare le risorse personali della vittima e nell’aiutarla a riappropriarsi della propria autonomia, evitando così nel futuro che tale problematica si ripresenti.

Riferimenti bibliografici

  • Penati, V. (2014). Stalking e psicopatologia. Milano: Edizioni Ferrari Sinibaldi.
  • Iaccarino, A. (2015). Lo stalking, un reato senza genere. Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza, 9 (2), 54-68.
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