Rifiuto del cibo nei più piccoli

Rifiuto del cibo nei più piccoli

rifiuto del cibo

Rifiuto del cibo e capricci: 12 piccoli suggerimenti per i genitori

Rifiuto del cibo, i bambini possono fare i capricci quando si tratta di mangiare! E’ una situazione tipica della maggior parte delle famiglie che sono quotidianamente alle prese con bambini ai quali dare cibo. Quando è il momento di mettersi a tavola il copione è, infatti, sempre lo stesso: “Questo non mi piace”, “quello non lo voglio”. Un misto tra capriccio personale e boicottaggio genitoriale. In altri casi, invece, il rifiuto da parte del bambino nasce da una riluttanza solo nei confronti dei nuovi cibi. Questo disturbo, noto come neofobia alimentare, è una fase del tutto normale dello sviluppo infantile e tutela il bambino dal non ingerire cibi sconosciuti (quindi potenzialmente pericolosi) in virtù di un’originaria conservazione della specie; in questo caso, il rischio di avvelenamenti prevale sul desiderio di sperimentare nuovi sapori. Una volta superata questa fase, il bambino, spontaneamente, imparerà ad arricchire e variare il proprio bagaglio alimentare.

Che cosa può fare un genitore quando il proprio figlio manifesta un rifiuto del cibo?

Dopo aver escluso, tramite consulto con il proprio pediatra o medico di famiglia, che dietro la condotta di rifiuto non vi siano problemi di salute da parte del bambino, i genitori possono tener presenti dodici strategici piccoli suggerimenti:

  • Mangiate insieme al bambino creando e mantenendo a tavola un clima sereno: i bambini amano la convivialità e la condivisione dei momenti importanti della giornata e risentono intensamente dei ritmi frenetici o del malumore altrui.
  • Rendete attraenti e appetitosi i nuovi cibi: presentandoli con vivaci contrasti nel colore, costruendo una forma buffa (ad esempio il viso di un pagliaccio o la forma di un animale) oppure inventando aneddoti sul piatto proposto.
  • Assicuratevi che i nuovi cibi non siano troppo freddi o troppo caldi: il bambino potrebbe sentirsi giustificato nel suo rifiuto trovando una motivazione concreta a esso.
  • Offrite al bambino un alimento nuovo insieme a altri conosciuti.
  • Non reagite di fronte al rifiuto con rabbia o con eccessiva indulgenza: il bambino nel primo caso potrebbe ulteriormente bloccarsi aumentando il rifiuto mentre nel secondo otterrebbe un potere e una capacità decisionale non proprie del suo ruolo.
  • Offrite a ogni pasto almeno un alimento gradito al bambino.
  • Non costringete il bambino a mangiare per forza.
  • Ripresentate al bambino il cibo rifiutato a qualche giorno di distanza, in modo tale l’alimento non sarà associato a un’esperienza negativa.
  • A tavola siate un esempio per il vostro bambino, mostrandogli di non far differenza tra i sapori e di mangiare tutto ciò che è servito.
  • Fatevi aiutare dal bambino a cucinare i pasti: coinvolgere il bambino nel preparare i pasti, attraverso un piccolo e semplice compito, lo farà sentire partecipe e sarà un momento per prendere confidenza con odori e consistenza dei cibi proposti.
  • Evitate che al momento dei pasti il bambino sia eccessivamente stanco: il capriccio in questo caso sarebbe la manifestazione di un’irrequietezza che si ripercuote sul cibo con atteggiamenti di chiusura.
  • Instaurate un rapporto basato sulla fiducia, sulla comunicazione chiara e sull’apertura reciproca: in questo modo il bambino aumenterà la propria autostima si sentirà invogliato nello sperimentare i cibi anche in situazioni diverse dalla propria come ad esempio al ristorante o alla mensa scolastica.
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